sabato 2 giugno 2007

HANGING ROCK #1
Autodafè. Un alibi a futura memoria – parte 1

AVVISO: QUESTO PEZZO NON VA DA NESSUNA PARTE. Nel senso che- lo sto semplicemente dicendo perché dopo non veniate a lamentarvi lasciando messaggi sulla segreteria della redazione o intasandoci le caselle mail con frasi che variano tra i due estremi 1) ah, i vostri critici musicali non valgono l’euro che gli date per scrivere quelle “elucubrazioni gratuite” (eufemismo che userete al posto di “puttanate” che invece vi sta rimbalzando a eccessiva velocità nella testa); e 2) ma chi è quel coglione che scrive sulla vostra rivista e si crede il Mr Gonzo di ’sto cazzo? In realtà se state leggendo questo pezzo la prima cosa certa è che il direttore del giornale si crede ancora – fatalmente – Carlo Magno e Don Chisciotte insieme, e ha dato l’ennesimo visto si stampi a questi quattro fogli della rubrica. Ma se non avete voglia di tutto ciò, se la vostra giornata procede bene, veloce e senza intoppi sui binari della quotidianità, se non avete violenza repressa, se volete rifugiarvi nel rassicurante mondo della musica carina, sì mi piace quel pezzo lo mandavano l’altro giorno in radio ero in macchina con Francesca che provava a farmi confessare, se volete continuare a far parte della grande famiglia “del rock club” amici di Mtv, se siete quelli che sudano nell’impegno quotidiano di un’alternativa di musica indipendente e completamente libera dalle logiche che cedono allo strapotere della distribuzione ma «in questo momento mi sento tremendamente inadeguato alla lotta», se siete alla ricerca di chi sappia confortarvi sul fatto che nonostante tutto il rock’n’roll sopravvive alla caduta degli dei, se quando scaricate i vostri mp3 scegliete nella playlist “i più scaricati”, se spolverate spesso le costudie dei vostri cd, se nei negozi di dischi vi fate guidare dalle insegne “ultime novità” o “nuove sonorità”, se siete degli ascoltatori medi – se vi rispecchiate in uno di questi profili utente allora il mio sereno consiglio è di lasciar perdere queste altre quattro colonne, più che altro per la perdita del vostro tempo, e passare tre pagine più avanti della rivista, subito dopo la pubblicità con i due atleti seminudi che calzano scarpe da ginnastica di un’infinita leggerezza e aderenza al piede, sullo sfondo di un drappeggio di sipario cromato. Lì troverete pane per i vostri denti, gentilmente offerto da Tony “aurea mediocritas” Morandi.
Vi aspetta lì, adagiato sui facili accenti positivi per i White Stripes, forte degli elogi agli Interpol proclamati in tempi non sospetti, che si crogiola delle sue bacchettate amichevoli ai cinque bravi ragazzi degli Strokes colti in fallo per un simpatico e inutile secondo album, attento a non perdersi nessuna uscita dei gruppi i cui nomi (nell’estremo tentativo di originalità) cominciano per “The” – ma non avevano smesso dopo gli anni Sessanta? I suoi articoli sono calibrati, astuti, a volta colti e tecnici (quando infarcisce il tutto con ricami verbosi come echi reverberati di chitarra a danzare sul fondo di un oceano di tastiere tremendamente seventies! e altre stronzate del tipo). Lui è lì, pensateci, nella sua stanza in affitto seduto davanti al suo pc. Una sigaretta nella mano, il telecomando dello stereo nell’altra, pronto. Pronto ad aprire il paziente di turno. Freddo, con la puzza del posacenere sulla scrivania che gli aleggia sotto il naso. Volume dell’hi-fi 15 su 30, e aspira profonde boccate mentre ascolta la prima traccia, poi la seconda, poi la terza. E tutto il resto dopo essere andato a pisciare. I suoi articoli possono essere sezionati in compartimenti stagni. E rapportati al suo ritmo biologico. Ma ci siete cascati? Li avete divorati ma anche già ampiamente digeriti? Li avete letti e siete passati alla pagina successiva senza che niente dentro di voi si sia smosso? Avete deciso di comprarlo o no ’sto benedetto cd (immaginate Tony lancinarsi nel dubbio se dare tre stellette o tre stellette e mezzo alla nuova uscita a firma Cake senza sembrare troppo generoso)? Siete d’accordo o no con la minuziosa autopsia di Doc Mediocritas? Complimenti, qualunque sia la risposta, avete vinto il pass per il backstage al concerto dei Franz Ferdinand – a proposito di musica carina.